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Il Diamante di Gould:

esperienza di allevamento in purezza in voliera

a cura del Dott. Sergio Pacetti - Presidente dell'Associazione Ornitologica Vibonese

 

PUBBLICATO SU ALCEDO N° 69  Maggio-Giugno 2013

 

Ho sempre subito il fascino del Diamante di Gould ma non ho mai pensato di allevarlo perche’ avevo letto e sentito quanto fosse difficile la riproduzione in gabbia e soprattutto rifiutavo l’ idea di dovermi servire dei Passeri del Giappone come balie. Mi sembrava tutto molto poco naturale e molto poco etico.

A novembre del 2010,  un amico allevatore mi regalò due giovani esemplari di Gould non ancora mutati. Dopo averli tenuti in gabbia per qualche giorno li liberai nella grande voliera nella quale da qualche anno allevo Cardinalini del Venezuela .

I Gould si adattarono rapidamente agli spazi a loro disposizione ma senza suscitare in me alcun entusiasmo.

Tutto questo finche’ non giunse la primavera ed allora i due Gould iniziarono a mutare. L’ apparizione di tutti quei colori mi apparve come un miracolo e fu subito passione.

A quel punto decisi che dovevo saperne di piu’, ordinai ad Alcedo il bellissimo libro del Dott. Corsini e mi iscrissi al Club del Diamante di Gould.

 

 

Costruitami così una buona cultura di base, decisi che dovevo partire puntando all’Eccellenza. Contattai allora a giugno 2011 il Siciliano Michele Falletta, pluripremiato allevatore di Gould il quale non si limitò a cedermi due splendide coppie ma fu prodigo di consigli e di spiegazioni  e venne personalmente a trovarmi a Vibo Valentia per verificare l’ idoneita’ della voliera dove volevo liberare i suoi splendidi soggetti. Si trattava di soggetti novelli perfetti dal punto di vista fenotipico che erano stati allevati “in purezza” nel corso dell’ultima stagione cove.

Sistemai nidi a doppia camera in abbondanza e con diversa esposizione alla luce.

La prima coppia iniziò a nidificare nel mese di luglio scegliendo un nido posizionato nella parte piu’ luminosa della voliera ma con l’ apertura non rivolta verso la luce. Il maschio e la femmina si davano regolarmente il cambio ogni due ore circa non dandomi mai la possibilità di scrutare all’ interno del nido: avevo il terrore di commettere qualche errore e cercavo di non interferire in alcun modo.

 

 

Con immensa sorpresa un giorno, all’ ingresso della femmina nel nido senti forti pigolii provenire dall’ interno del nido e a quel punto la curiosita’ ebbe il sopravvento: aperto il nido scorsi quattro piccoli già impiumati acquattarsi nel nido. Non ho piu’ curiosato anche perché non avendo anellini idonei non vi era motivo di disturbare. I quatto piccoli sono usciti dal nido nella stessa mattinata, uno dopo l’ altro. Già perfettamente capaci di volare, non li ho mai visti sul fondo della voliera così come invece capita ai piccoli di Cardinalino.

Ho distribuito spighe di panico dovunque, miscela per esotici, scagliola, semi germinati e la miscela dei Cardinalini. Le spighe di panico hanno contribuito da subito allo svezzamento dei piccoli.

La seconda coppia, costituita da un maschio ancestrale e da una femmina petto bianco, ha iniziato a nidificare nella seconda meta’ di Agosto, ma non in un nido bensi all’ interno di una scatola di legno, contenente  vari accessori, il cui coperchio deformato restava aperto per qualche centimetro.

Per cercare di rendere l’ ingresso più agevole applicai una sorta di scaletta.

 

 

 Furono deposte sei uova e nacquero sei piccoli. Purtroppo al quinto giorno di vita dei piccoli, la femmina si è ammalata e nel giro di due giorni è morta. A quel punto ho temuto una tragedia familiare dando per scontato che tutti i piccoli orfani avrebbero fatto la stessa fine. Cosi non’è stato perché il maschio            (Sonny) ha continuato da solo a nutrirli prima nel nido e poi rincorrendoli nella voliera sino al completo svezzamento con un accanimento ed un’ attenzione commoventi.

                                                                

   

 

 

 

 

Ho voluto raccontare e documentare questa storia non per smentire chi sostiene che allevare i Gould sia difficile e che siano indispensabili le balie , nell’ornitologia amatoriale non ci sono inesattezze, ma piuttosto molte verità, nel senso che si vivono esperienze diverse perchè tutto dipende dal concatenarsi o meno di numerosissime variabili. Nel mio caso la genetica dei soggetti acquistati, la grandezza della voliera, la sua esposizione a sud, il tipo di alimentazione, la contemporanea presenza dei Cardinalini, le erbe che crescono sul fondo della voliera, tutto questo e chissà cos’ altro hanno concorso a creare le condizioni affinchè i Gould esprimessero tutta la loro innata capacità di essere straordinari genitori (anche nella disgrazia). Anche con i Gould novelli si può “osare”: questo è quello che ho appreso osservando queste splendide creature nella mia voliera.

 

      

 

                                                                                                                                                                           Sergio Pacetti

Presidente dell’Associazione Ornitologica Vibonese

 

                                              

 

 

 

 

 

FONDO PER LA SALVAGUARDIA DEL DIAMANTE DI GOULD IN NATURA

 

 

 

SITO DEL WWF ITALIA

 

 

      

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